VINO ROSSO IGT BELFRESCO CL.75X6 IUZZOLINI Belfresco Iuzzolini Belfresco è un vino ottenuto da uve gaglioppo, coltivate nella tenuta del Niballo nel comune di Carfizzi a 200mt slm. Belfresco, come suggerisce il nome, è un vino rosso che va bevuto freddo.
Questo vino è ottimo da accompagnare a piatti di pesce, formaggi e frutta esotica.
La famiglia
Nota famiglia calabrese esistente a Cirò già ai primi albori del 1500, quando il grande matematico e astrologo Luigi Lilio riformava il calendario Gregoriano nel 1582. La famiglia Iuzzolini è annotata tra le famiglie e casati cirotani del cinquecento, in particolare il suo lontano discendente si fa risalire a Luigi Juzzolini nato il 1514; anche nel seicento sono presenti molti personaggi illustri tra cui il notaio Carlo Juzzolini nato nel 1698. Nel ‘700 per la prima volta compare al posto dell’ arcaica J la lettera I. Molti ricchi casati di Cirò nacquero proprio nel 1500 andando a costituire solidi patrimoni che entrarono a far parte della storia del territorio, tra questi l’antico casato Iuzzolini. Negli ultimi secoli troviamo Don Raffaele Iuzzolini che sposò, nel 1868, Donna Rosa Gangale. Dal matrimonio nacque Don Fortunato Iuzzolini che prese in moglie Donna Vittoria Liotti. Nel 1906 venne alla luce Don Diego Iuzzolini, padre di Fortunato Iuzzolini, attuale proprietario dell’azienda. Quest’ultimo, insieme alla moglie Giovanna Colicchio e ai figli Diego, Pasquale, Antonio e Rosa, ha iniziato, nel 2005, la lavorazione delle uve, dotandosi di una moderna e attrezzata cantina, realizzando così un sogno tramandato nel tempo.
Il territorio Cirò, cittadina calabrese della costiera jonica crotonese, comprende un vasto territorio, che si estende dalle sponde del mar Jonio fino alle prime creste delle sue pregiate colline, dove sono ubicate da secoli i vitigni autoctoni che concorrono alla produzione del rinomato vino Cirò Doc. Il territorio abbraccia sia l’antico paese di Cirò arroccato sui tre colli, sia l’odierna cittadina di Cirò Marina che si estende in pianura, sono questi le più fertili e rigogliose terre a vocazione viticola. Cirò lega la sua storia all’approdo dei coloni greci sul litorale di Punta Alice. Fu probabilmente l’incontro tra queste colline generose e fertili a favorire l’approdo sulla costa; i coloni greci fondarono la città di Crimissa, attuale Cirò Marina, essa col tempo conobbe una grande fioritura e fama di città sacra per la presenza del tempio di Apollo Aleo e di altri luoghi di culto: i templi di Venere, Bacco e Giunone. Un posto di primo piano occupavano, nella fiorente economia, l’ulivo e la vite che i coloni greci estesero anche alle pendici collinari. I vigneti di Crimissa, celebri nell’antichità, sono tuttora fonte di ricchezza per gli abitanti di Cirò. Secondo una antica legenda, per altro tramandata da diversi storici greci e latini, al nettare degli Dei si contrapponeva in terra quella degli eroi, degli atleti. Si narra infatti che ai vincitori dei giuochi di Olimpia si soleva offrire in premio, con un suggestivo rituale, un vino particolarmente gustoso, chiamato Crimissa. Non sempre la polvere del tempo cancella il ricordo delle cose degli uomini: spesso, invece, la virtù stessa delle cose le sottrae all’oblio e le perpetua nella realtà che si rinnova. Tanto è toccato al vino “olimpico”, oggi “Cirò”, dal luogo dove sorge la moderna Crimissa e dove con moderne tecniche continua a prodursi quel vino famoso che fu anche menzionato da Plinio il vecchio, che l’inglese Normann Douglas definì “prezioso nettare” e che il Cunsolo ritiene giustamente “il più antico vino oggi esistente al mondo”.
I vigneti
Nell’azienda troviamo 100 ettari di vigneto a coltura specializzata per lo più ubicati nel territorio della Doc Cirò, mentre la restante parte è compresa nella IGT Calabria. I vigneti sorgono nella località denominata “Timpa Bianca” nel comune di Cirò Marina, a poca distanza dal mare, nell’entroterra “Motta” nell’agro di Carfizzi e nella zona di “Maradea” nel comune di Umbriatico. Nella tenuta attualmente vengono coltivate tre varietà di vitigni autoctoni: Greco Bianco, Gaglioppo e Magliocco. Importato dall’antica Grecia, il Greco Bianco presenta un grappolo di colore ambrato con tenui riflessi verdi e predilige le arse colline soleggiate. Da questo vitigno si produce il Cirò Bianco. Il Gaglioppo, altro vitigno tipicamente cirotano, è quello predominante in quanto da millenni è coltivato nell’area cirotana per la sua adattabilità alla siccità e alle malattie. I sentori di frutta e la presenza di sostanze antiossidanti, fanno del Gaglioppo il nettare degli Dei da cui si ottiene il Cirò Rosso, Rosato e Riserva. Il Magliocco, antica varietà calabrese molto diffusa nel passato e attualmente quasi scomparsa dai nostri territori, presenta un piccolo grappolo compatto dalla buccia spessa, consistente e dal colore intenso. Per questo motivo è nata l’idea di recuperarlo, impiantandone alcuni ettari tra le colline aride dell’azienda. Da questo vitigno nasce il vino “Paternum”.
La cantina
Costruita con moderne tecnologie, è situata nel cuore dei vigneti del Cirò Doc in località Fego – Frassà, a qualche centinaio di metri dalla strada statale 106 e a poca distanza dal mare. Il terreno su cui è ubicata la cantina ha una superficie di 13000 metri quadrati, con un’area coperta di 4000 metri quadrati, mentre la restante parte è destinata ad un ampio piazzale, parcheggi, aiuole ed esposizione di oggetti antichi riguardanti la produzione del vino e la lavorazione della terra. La cantina è dotata dei migliori impianti tecnologici, offerti dalle industrie enologiche, tra cui contenitori in acciaio inox e macchinari che consentono metodi di vinificazione all’avanguardia. La sua capienza, tra barriques e serbatoi in acciaio, è di 4500 ettolitri ed ha una capacità produttiva di oltre un milione di bottiglie l’anno. Internamente la cantina è dotata di un sofisticato laboratorio enologico, che consente analisi altamente qualificate. Il controllo sulle uve e sul vino durante l’anno è quotidiano, fino ad arrivare all’imbottigliamento. Esternamente la struttura è stata realizzata completamente con materiali originali del luogo, tra cui pietre, tegole e mattoni; mentre internamente, per il rispetto delle norme igienico – sanitario, sono stati impiegati i migliori materiali previsti dalle normative.
La bottaia è interamente costruita nel sottosuolo a 5 metri di profondità, con materiali di recupero, pietre e mattoni, molti dei quali del ‘700, che mano esperta ha modellato una ad una per far intravedere al visitatore un misterioso mondo sotterraneo, il tutto edificato secondo moderni criteri tecnici e antico gusto estetico. Il locale, di circa 600 metri quadri, è completamente umidificato e climatizzato. Nella quiete del suo interno, i vini di riserva vengono amorevolmente affinati e invecchiati in barriques di rovere francese. Percorrendo la bottaia si possono osservare ataviche nicchie in pietra impreziosite da rari oggetti appartenenti alla civiltà contadina.